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Per Aspera Ad Veritatem n.24
Il linguaggio delle nuove Brigate Rosse

Amedeo Benedetti - Erga Edizioni, Genova, 2002



Un saggio sulle caratteristiche del linguaggio del terrorismo non era stato sino ad ora pubblicato.
Specifici studi, pur esistenti, risultavano confinati all’ambito del lavoro investigativo ovvero delle perizie professionali in sede processuale, con due prevalenti obiettivi: delineare una sorta di identikit degli autori e cogliere elementi previsionali.
Per tali ragioni, il testo di Amedeo Benedetti si pone, sotto il profilo storico, linguistico, psicologico e criminologico come un’opera di indubbio interesse sociale e scientifico. Esso infatti propone, attraverso una specifica metodologia di analisi, elementi di comprensione dello stato attuale del fenomeno terroristico di matrice brigatista.
Il volume si suddivide in tre parti.
Nelle prime due, vengono analizzate le caratteristiche stilistiche degli ultimi due documenti di rivendicazione delle nuove BR-PCC, delitti D’Antona e Biagi, i quali, proprio per la loro corposità, si sono prestati fattivamente all’analisi linguistica.
Per ciascuno di tali documenti di rivendicazione è stata esaminata, indipendentemente dal vocabolario utilizzato, la ricorrenza di alcuni termini, il contesto in cui essi sono stati impiegati, la scelta dei moduli, degli stilemi, delle figure retoriche, il tipico andamento del discorso, lo stile, la punteggiatura. Tutto ciò anche per rintracciare elementi identificativi che potessero autenticare le rivendicazioni e ricostruire le tendenze espressive, la cultura, il mondo ideologico, la paternità dell’estensore o degli estensori.
L’analisi, per quanto dichiarato dall’Autore, ha cercato di essere oggettiva, distaccata, scevra da condizionamenti o intenti manipolatori, al fine di individuare nei documenti non tanto un linguaggio settoriale, evidentemente scontato, quanto invece l’essenza stessa dello stile e la semantica del “discorso”. Le osservazioni linguistiche che emergono sono seguite dai brani originali, al fine di permettere al lettore la verifica delle asserzioni.
Entrambi i documenti si presentano, argomenta Benedetti, in forma di lunghi saggi scolastici, proprio per il distacco emotivo con cui i vari passaggi concettuali vengono trattati (in ciò si differenziano dalle rivendicazioni delle prime BR, incisive, nervose, energiche, dense di fatti, di frasi brevi). Sono prolissi ma privi di un effettivo significato, ripetitivi, fumosi, difficilmente comprensibili e poco adatti a propagandare l’ideologia brigatista ad un uditorio ampio. I termini utilizzati, piuttosto ricercati, farebbero presupporre una discreta cultura da parte dell’estensore, riconducibile all’ambito filosofico o delle scienze politiche e non di tipo letterario (i testi rivelano tra l’altro un impiego errato della punteggiatura).
La terza parte del libro propone un’analisi comparativa dei due documenti che, per le molte somiglianze e analogie, farebbero ritenere probabile un unico estensore, con un lessico “politico-sindacale” arricchito da una componente filosofica, desunta soprattutto dal tipo di ragionamento politico e di argomentazione concettuale.
Il volume raccoglie in appendice i testi originali dei due documenti di rivendicazione.
Il tema trattato da Amedeo Benedetti riveste particolare significato. Ha infatti costituito oggetto di approfondimento nel Seminario promosso dal Centro Alti Studi per la lotta al terrorismo (Ce.A.S.) dal titolo: Simbolo segno e significato delle nuove BR-PCC, svoltosi presso il Castello di S. Martino a Priverno, il 21 ottobre 2002. Oltre a costituire momento di confronto tra esperti del mondo accademico, istituzionale e politico circa lo stato attuale del fenomeno terroristico, il seminario ha particolarmente enfatizzato l’importanza di sviluppare sinergie di analisi e studi scientifici per una più attenta lettura dei documenti di rivendicazione delle nuove BR-PCC.
Sotto il profilo criminologico, linguistico e psicologico sono state infatti applicate da parte di diversi ricercatori nuove metodologie, che possono fornire strumenti migliori di contrasto, come analisi sintattica, semiotica, simbolica, linguistica, psicografologica, psicobiografica, ermeneutica. Ciò attraverso tecniche mirate ad individuare tutti quei messaggi involontari e/o inconsapevoli che l’utilizzazione di quelle metodologie permette di porre in luce, consentendo di identificare, evidenziare ed interpretare ciò che si può celare dietro una semplice struttura linguistica, i suoi elementi e contenuti significativi, la cui valenza previsionale può essere estremamente rilevante.



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